Le memorie riguardanti l’immagine prodigiosa del SS. Crocifisso venerato nella parrocchiale di Vilmaggiore, sono state redatte nel 1885 dall’Arciprete Milesi.
L’autore riferisce di aver ricevuto dal Reverendo Prevosto di Vilmaggiore Morelli D. Alberto, la relazione di un fatto avvenuto nel 1585 e riportato dalla tradizione orale, che narra di una ragazza sordomuta di Vilmaggiore, Caterina Sugliani, che passando un giorno davanti all’immagine ancor oggi esistente del SS. Crocifisso, forse nel momento in cui recitava una breve preghiera, vide con stupore che quell’immagine muoveva gli occhi, il viso sanguinava e così pure il petto e le mani; immediatamente, colei che fino a quel momento era incapace di parlare e udire, corse in paese e annunciò con la propria voce l’accaduto.
Tale tradizione è avvalorata da un libro manoscritto, che si intitola Croce e che si trova nell’archivio parrocchiale, nel quale si legge che la pittura del Crocifisso tuttora presente nella chiesa, fu eseguita nell’anno 1582, quindi tre anni prima del prodigio. Sempre nel 1585, l’Arciprete Morelli notificò alla Curia Vescovile la comparsa di segni sul viso, sulle braccia e sulle mani del Crocifisso; il Vescovo mandò a verificare l’accaduto e il suo inviato, Vicario Monsignor Salomoni, ordinò di erigere un Oratorio chiuso con un cancello di ferro, a protezione del dipinto. Successivamente venne edificato il primo santuario corrispondente all’attuale presbiterio.